Disordine dei Dosha

Secondo la teoria ayurvedica dosha, dhatu e mala formano il corpo e quando si trovano in condizione anormale, si verifica disordine e malattia.

Le cause di squilibrio possono essere molteplici, ma possiamo raggrupparle in due tipi: cause naturali, quali ad es. la stagione, l'età ecc. e cause artificiali, quali le abitudini, la dieta ecc. Naturalmente non possiamo far niente per le cause naturali, ma possiamo intervenire sulle abitudini dannose o le diete sbagliate.

Le cause che portano all'aumento di Vata sono l'eccesso di attività, la fatica fisica, lo studio eccessivo, lo sforzo, il digiuno protratto a lungo il mangiare troppo, consumare cibo amaro, piccante, l'uso esagerato di riso, legumi, la stagione fredda e piovosa, la sera e la notte.

L'aumento di Vata provoca: intorpidimento, ruvidezza della pelle, eruzione, eccitazione, timpanite, tremito, dolore, raucedine, sbadigli, diminuzione della motilità articolare, sete ed altri sintomi. Il più importante rimane il dolore, poiché non ci può essere dolore senza aumento di Vata.

Le cause che portano all'aumento di Pitta sono la collera, i dispiaceri, sforzi fisici, paura cattiva digestione, alimentazione amara, acida, salata, prolungata esposizione al sole e al calore, la stagione estiva e autunnale, durante la digestione e nella mezza età.

L'aumento di Pitta provoca: acidità, svenimenti, sudore, insonnia, sete, desiderio di sostanze fredde, ecc.

Le cause che portano all'aumento di Kapha sono la mancanza di esercizio fisico, abitudini sedentarie, dormire di giorno, mangiare cibi dolci, salati o alimenti pesanti, troppa frutta dolce, zucchero, grasso, la stagione invernale e primaverile, subito dopo i pasti e al mattino, durante l'infanzia.

I sintomi dell'aumento del Kapha sono: pesantezza, sonnolenza, costipazione, prurito, pallore della pelle, torpore ecc.

Lo squilibrio dei dosha può essere dovuto anche ad una diminuzione oppure quando un dosha lascia la propria sede per spostarsi in quella di un altro.

 

Dosha: proprietà e funzioni

La funzione di Vata/Vayu è sostenere il corpo per questo è all'origine di ogni tipo di azione fisica. Le proprietà fisiche sono: secco, tendente ad espandersi, non viscoso, leggero freddo, con predominanza di Rajas.

Le funzioni del Pitta sono la colorazione, la digestione, il calore, l'intelligenza, la vista, la fame, la sete, la morbidezza del corpo, il buonumore e il coraggio. Le proprietà fisiche sono: leggermente viscido, fluido, attivo, caldo al tatto, con predominanza Sattva.

Le funzioni del Kapha sono il nutrimento, i legamenti delle giunture, la solidità del corpo, il mantenimento del vigore sessuale, la fermezza, la tolleranza, la pazienza e l'astinenza. Le proprietà fisiche sono: viscido, immobile, melmoso, freddo al tatto, con predominanza di Tamas.

Ogni Dosha è diviso in cinque tipi, ognuno con una sede e funzione particolare.

Così abbiamo:

Prana vayu: è il datore della vita, ha la funzione di trattenere e mandare giù il cibo, le sedi sono il cervello, faccia, torace, orecchie, naso, lingua.

Udana vayu: sostiene la forza fisica rafforzando mente, memoria e intelletto; produce i suoni, la parola e ha sede nella gola, torace e ombelico.

Samana vayu: è connesso con la digestione, quindi con lo stomaco e l'intestino tenue dove facilita il flusso dei succhi digestivi, attiva il fuoco della digestione, separa dal liquido nutritivo le parti indispensabili al corpo e invia i rifiuti all'intestino crasso; ha sede nell'ombelico.

Apana vayu: ha sede nell'intestino crasso, apparato urinario e riproduttore, trattiene le feci, l'urina, il sangue mestruale e lo sperma per il periodo necessario e al momento adatto procede all'espulsione.

Vyana vayu: scorre in tutto il corpo portando il liquido nutritivo e il sangue, ha sede nel cuore, provoca la chiusura e l'apertura delle palpebre e lo sbadiglio.

Pacaka pitta: ha sede nel duodeno, è liquido, caldo, trasparente e concentrato, predomina il tejas (fuoco).

Ranjaka pitta: ha sede nel fegato e milza, è di colore rosso, dà colore rosso al liquido nutritivo.

Sadhaka pitta: ha sede nel cuore, coopera al giusto funzionamento dell'intelletto e della memoria.

Alochaka pitta: ha sede nelle pupille, aiuta a mantenere la vista normale.

Brajaka pitta: ha sede nella pelle, le conferisce il suo colore normale.

Kledaka kapha: è secrezione schiumosa dello stomaco, inumidisce il cibo.

Avlambaka kapha: ha sede nel torace, protegge il cuore dal calore eccessivo.

Bodhaka kapha: inumidisce ogni sostanza che venga a contatto con la lingua, attraverso di esso riconosciamo il sapore delle cose, ha sede nella lingua e nella gola.

Tarpaka kapha: è situato nel cranio e rinfresca gli organi sensori: vista, udito ecc.

Sleshaka kapha: è situato nelle giunture e le tiene ferme, lubrifica le articolazioni e permette il movimento delle ossa.

Ayurveda e dosha

L'Ayurveda è una scienza olistica e la sua principale fonte è la natura. Secondo l'Ayurveda ogni individuo ha una propria costituzione che è formata al momento del suo concepimento dal Karma.
Quando, al momento della fecondazione la singola unità maschile, lo spermatozoo, si unisce al singolo elemento femminile, l'ovulo, la costituzione dell'individuo è determinata dalle permutazioni e dalle combinazioni dei cinque elementi (aria, fuoco ecc.) che si manifestano nei corpi dei genitori.
Quindi ogni individuo (secondo il proprio Karma), ha la sua costituzione, che in Ayurveda viene identificata dai tre Dosha, che significa: governo o dominio. Questi tre poteri sono denominati : Vata, Pitta, Kapha. Sono quindi i cinque elementi della natura che combinandosi tra loro danno vita ai tre Dosha, che a loro volta governano il nostro corpo.

Ayurveda

Ayurveda significa “conoscenza della vita” o meglio “conoscenza dell’ arte di lunga vita”
Ayu = Vita - Veda = Scienza, conoscenza
In India, nel paese di origine, l'Ayurveda e’ una scienza medica millenaria ma anche una filosofia di vita, un’arte di salute, un vero e proprio modo di vivere, in armonia con se stessi e l’intero universo.
La storia dell’Ayurveda comincia piu’ di 5000 anni fa, la tradizione attribuisce origini divine considerandola una diretta rivelazione fatta da Brahma a Prajapati; da questo l'insegnamento sarebbe stato trasmesso
oralmente attraverso il rapporto tra maestro e discepolo, ai “Rishi” e tramandato secondo insegnamenti tradizionali trasmessi da questi antichi esseri realizzati (veggenti della Verita’ e osservatori della natura). Tutto proviene dal Brahma passando attraverso l'intelletto umano. I testi sacri come i (Veda, Ayurveda ecc.) sono scritti dall'uomo, lui e' solo il testimone, il quale ha riconosciuto e trasmesso. Tra i testi Ayurvedici piu' importanti abbiamo la “Carakasamhita” di Caraka (II sec d.C.) e la “Susrutasamhita” di Susruta (IV-VI sec. d.
C,). Vagbhata (VII sec d.C.) si riallaccia alle opere precedenti. Mentre Susruta si occupa soprattutto della chirurgia, Caraka illustra i principi filosofici della medicina.

Le 5 verita’ tramandate dai grandi realizzati sono:

La prima Verita’ e’ la certezza di Brahma, l’Anima cosmica da cui tutto e’ emanato e a cui tutto deve ritornare.
La seconda Verita’ e’ la certezza di Atman, l’anima dell’individuo che e’ eterna.
La terza verita’ e’ la certezza di Samsara, il ”movimento costante” del lungo ciclo della nascita, vita e morte dell’individuo. La quarta verita’ e’ la certezza Tapas, la pratica spirituale attraverso la quale si raggiunge il Brahma. La quinta Verita’ e’ la certezza di Moksha, la liberazione che un giorno tutti otterremo per raggiungere la nostra origine, cioe' il Brahma.

Altra teoria su cui si basa l'Ayurveda e' quella dei cinque elementi di cui e' composto ogni organismo che sono: ETERE, ARIA, FUOCO, ACQUA e TERRA

I 5 elementi si esprimono nella natura con tre principi funzionali o “Dosha”, i cui nomi sanscriti sono rispettivamente:

VATA ( formato dall'unione degli elementi etere + aria)
PITTA (rappresentato dall'elemento fuoco)
KAPHA (l'insieme degli elementi acqua e terra)

Anatomia del corpo energetico

altLo Yoga ha un diverso modo di comprendere il corpo rispetto alla mentalità dell’Occidente. Poiché l’azione delle tecniche Yoga è molto complessa e totale per cui si esplica su tutti i livelli, sarebbe opportuno conoscere meglio la particolarità della concezione Yoga del corpo. Accanto all’anatomia fisica che in Occidente viene abbondantemente studiata e conosciuta, lo Yoga contempla e propone l’anatomia sottile o della circolazione dell’energia. I livelli o i corpi di espressione dell’essere umano sono cinque e li tratteremo in un prossimo articolo. Ora voglio proporvi di portare l’attenzione sul corpo sottile, energetico che anima e sostiene il corpo fisico. Siamo abituati a sentire parlare del corpo umano in termini di apparati o sistemi, organi, cellule, vene, arterie ecc. e non conosciamo ancora la parola Nādi. Dal sanscrito nād che significa vibrazione, risonanza, le Nādi sono i canali di scorrimento dell’energia. Sono i conduttori del Prāna (soffio o energia vitale) e quindi costituiscono la struttura sottile dell’essere, ovvero la struttura energetica – luminosa. Quasi tutti i testi antichi parlano di 72.000 Nādi, si potrebbe perciò paragonare l’anatomia sottile al sistema nervoso: una fitta rete di canali innerva tutto il corpo.