Bhagavad Gita

La bhagavad-gītā è un poema filosofico-religioso indiano il cui titolo significa “Il canto del glorioso Signore”. E’ stato composto intorno al II secolo a.C. ed è il momento centrale delle vicende descritte nel Mahābhārata (la più grande epopea indiana) di cui fa parte. Essa rappresenta una sorta di “vangelo” per ogni indù. E’ stata commentata dai più grandi pensatori dell’India di tutti i tempi e tradotta più volte in tutte le principali lingue del mondo.

La bhagavad-gītā è un insegnamento completo. In essa trovano posto tutti i dharma, ossia le anime, con le loro proprie caratteristiche e predisposizioni. Trova posto pure il dharma più alto ossia la trascendenza di tutti i dharma per trovare la radice o l’essenza di ogni anima.

L’accostamento ad essa dipende dal particolare stato coscienziale di ognuno.

Ognuno trarrà beneficio seguendo il sentiero più idoneo alle sue attitudini e predisposizioni poiché, anche se la meta è unica, le strade per arrivarvi sono tante.

La bhagavad-gītā abbraccia e sintetizza vari sentieri di ricerca (Karma yoga, Jñāna yoga, Dhyāna yoga, Bhakti yoga ecc.) , sta poi al ricercatore scoprire la propria attitudine, la vera istanza del suo cuore e i mezzi o strumenti con cui portare avanti la sua ricerca, ricordando soprattutto che ogni sentiero sia esso filosofico, mistico, yoga ecc. è solo un mezzo e non il fine. Niente di strano quindi se dopo aver percorso un tipo di sentiero ci si rivolga poi altrove perché esso non risponde più alla nostra istanza.

La bhagavad-gītā è insieme teoria e pratica, offre quindi una serie di tecniche per riorientare la propria energia. In ultima analisi essa rappresenta una guida preziosa e utile a quanti si accostano all’autentica ricerca con sincerità e devozione.