Aforisma

Camminando, semplicemente cammina. Stando seduto, semplicemente siedi. Soprattutto non tentennare. Yunmen Wenyan

Meditazione e conoscenza di Sè

Il mistero della vita è il mistero della mente. Non occorre invero andare molto lontano...nè su altri pianeti. Dice una massima della sapienza iniziatica:

“E' possibile conoscere?

E' possibile.

Come?

Dominando il pensiero, facendo a meno di credere, e liberandosi dalle passioni e dalla paura del nulla”.

Per ampliare il proprio livello di consapevolezza è necessaria una notevole dose di energia, e questa la si ottiene nella misura in cui si limita il proprio ego, l'immagine che si ha di se stessi.

Il senso dell'esistenza individuale che ciascuno ha non va d'accordo con il grande flusso dell'Energia cosmica.

Il freno sulle emozioni negative, sul parlare a sproposito, sulle piccole innocue abitudini di tutti i giorni e sulla immaginazione passiva, è la lotta che si deve scatenare dentro se stessi per limitare quel riflesso di sé che non è reale, (pur avendo la forza che si può riscontrare in ogni tiranno!).

Dei vincoli, sono questi che più di tutti legano l'individuo all'inerzia coscienziale e lo costringono a dissipare energia. Essi costituiscono dei “buchi” attraverso cui l'uomo disperde il suo potenziale energetico e vitale.

In questo mondo l'ego non è una Realtà, bensì una funzione simbolica, la cui verità è il sé o Atman, raggiungibile attraverso il Cuore-senza-pensieri, la pura Intuizione.

La meditazione, intesa come disciplina della coscienza, ha per scopo la strutturazione della mente intuitiva o “corpo buddhico” e l'espansione della propria consapevolezza sino alla “coscienza non dualistica” (Advaita), descritta nella sapienza orientale. Il sé è soltanto pura Coscienza, Non duale e Onnipervadente. Nella meditazione lo sviluppo della coscienza è direttamente proporzionale all'integrazione della dimensione transpersonale (Buddhi). Pertanto la coscienza personale anziché essere in rapporto esclusivo, quasi di sottomissione, con i sensi e i contenuti egoici in genere, deve aprirsi anche allo slancio intuitivo per integrare la dimensione universale, sede del Bene e del Vero.

La pratica iniziale del silenzio, in sede di meditazione, comporta il superamento di ogni distrazione, dal piano fisico neuro-muscolare a quello mentale proiettivo-immaginativo.

La coscienza di chi sta meditando deve porsi in una posizione osservante: osservando i contenuti entro il proprio spazio di consapevolezza si giunge a separare il soggetto che osserva dall'oggetto osservato (qualunque esso sia: dal pensiero alle emozioni), poi fermare il flusso dei contenuti osservati; purchè si rimanga sempre Osservatori allo stato puro, semplici Testimoni del divenire fenomenico (Maya).

La meditazione nelle religioni o filosofie orientali

In certe religioni o filosofie orientali come il buddismo la meditazione è l'atto di osservare (anche attraverso un'azione di riflessione introspettiva) la mente, alla ricerca di un possibile stato di nirvana. Detto altrimenti la meditazione è una capacità della mente che favorisce un percorso interiore e che ne è influenzata. Attraverso la dinamica del modo di operare della mente, si può riuscire a riconoscere la distinzione tra un io egocentrico, che si identifica con l'essere io (nome) e l'Io (sé) in grado di osservare l'osservatore (oggettivizzare il soggetto). Questo metodo comporta quattro stati di coscienza:

  • vedo l'oggetto
  • mi accorgo di vedere che vedo l'oggetto
  • mi accorgo di vedere il vedere che vede l'oggetto
  • assorbimento in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto al di là dell'espressione e della comunicazione convenzionale.

Tale stato di "pura consapevolezza senza oggetto" può essere raggiunto anche con altri generi di pratiche meditative: ad esempio la meditazione trascendentale si basa sulla ripetizione mentale di un mantra. In ogni caso il termine "meditazione", com'è inteso normalmente nella lingua italiana, si rivela inadeguato a dare un'idea efficace di questo tipo di pratiche: un termine meno impreciso potrebbe essere contemplazione.

Un percorso personale di meditazione

Esistono molti percorsi personali che non sono all'interno di una religione o una filosofia e di cui la meditazione è strumento indispensabile per approfondire i lati oscuri di noi stessi. Molti si avvalgono di un maestro che permette loro di fare un cammino, un percorso che attraversa nuove realtà e che si lascia alle spalle vecchi mondi, in un procedere verso la maggiore consapevolezza di se stessi e della realtà. Un aspetto fondamentale è la riduzione della sofferenza che insieme alla maggiore consapevolezza abbisognano di un maestro. A tal fine occorrerà conquistarsi un cammino e capacità di meditazione nella relazione con la figura di riferimento. È importante che il maestro non sia solo "padre-madre" ma una figura che possa essere lasciata per una nuova realtà affettiva. In particolare la meditazione del Buddha Sakyamuni e di altri saggi non era ascritta a nessuna religione o filosofia ma seguiva un cammino personale.

Pensieri che nascono dal silenzio. Colori e Suoni.

Questa non è una vera introduzione ma un augurio per ciascuno di noi, a proseguire nella propria ricerca individuale. Personalmente mi ha spronato a continuare questa avventura che avevo già iniziato da qualche tempo e consiste nel brano che segue che mi fu donato dal mio carissimo amico Andrea B. che ringrazio, ma lo sfido nella sua ricerca oltre il manifestarsi della molteplicità e dell'unità metafisica.